![]() You can include or exclude an element, re-order the elements by dragging them up or down. The spine in ePub export allows you to control the order of content elements and their inclusion in your ePub publication. ![]() You can also save the settings in a template, so to re-use the setup with other documents. The settings are saved with the original Mellel document so you can fine-tune your setup and re-export without having to re-do the settings. Mellel offers great control over the details of publishing, including the structure of the document, metadata, font and image control, and more. In other cases, it seriously shortens the path toward a finished ePub document. In Many cases, it even allows you to get rid of specialized ePub editors, and use Mellel alone. The ePub format is the de-facto standard for electronic publishing, and Mellel’s support of the format is extensive. You can now export Mellel documents to the ePub format. Virtually any feature in Mellel that can be exported is exported to this format, and the formatting should look very-very similar, with some small exceptions resulting from differences in the ways which Mellel and MSWord render text. This format is an open format used by many word-processors but in particular MS-Word (which is not surprising since Microsoft(tm) originated it). But times they are a changing and Elvis have certainly left the auditorium so we came up with export support DOCX format. RTF was a universal (and documented) format providing a good solution for those who needed to export to Word format. Mellel allowed you to export to the RTF Word Format since circa when Elvis was still in the building. Da una parte le discussioni su quella che alcune pubblicazioni hanno già definito new philology, neue Philologie, 'i nuovi orizzonti della filologia' 1, cioè la filologia che da Zumthor 1 I nuovi orizzonti della filologia, 1999 Gleßgen -Lebsnaft 1997 Fiormonte 2003 Mordenti 2002 Sabel -Bucher 2001 Ziolkowski 2001 Stolz 2003.New Features in Mellel 5.0 Export to Word Format (docx) Il punto di partenza che abbiamo pensato di scegliere per il dibattito è duplice. Ma voglio ringraziare anche gli enti che da tempo si occupano con altissima competenza di questi argomenti e che hanno stimolato e collaborato fattivamente allo sviluppo delle conoscenze in questo campo e alla realizzazione dei programmi di filologia digitale che si svolgono ad Arezzo: la Fondazione Franceschini, che da oltre 10 anni organizza riflessioni sui cambiamenti culturali introdotti nella medievistica dagli strumenti informatici il CISLAB di Arezzo, che con il laboratorio di spettrometria del manoscritto e di restauro del-la carta sta allargando verso il digitale il suo raggio di osservazione del codice, e il Centre for Computing in the Humanities del King's College di Londra, col quale stiamo sviluppando proficue collabo-razioni grazie al prezioso apporto di Arianna Ciula, addottorata ad Arezzo ma in attività presso questo prestigioso istituto. dibattito scientifico e insieme di una verifica didattica sulla Filologia digitale dei testi me-dievali, come abbiamo intitolato il progetto di ricerca nazionale che Arezzo porta avanti insieme a quattro università di Roma e Napoli e che ha sostenuto il convegno in misura determinante: e per questo voglio ringraziare qui i colleghi Mordenti, D'Angelo, Cuozzo e Ave-sani che hanno consentito la prosecuzione di questo programma. Poche volte come in quest'occasione abbiamo avuto la sensa-zione di una discussione scientifico-didattica che corrisponde quasi perfettamente al progetto iniziale, sia per la scelta dei relatori sia per l'articolazione degli argomenti che per l'allestimento delle strutture tecniche e il sostegno del personale specializzato indispensabili alla sua realizzazione.
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